martedì 23 aprile 2013

di dio.

Ma chi se ne importa.
Giusto.
Obiezione più che opportuna.
Che poi, non "ma chi se ne importa" di dio, ci mancherebbe, io mica voglio urtare nessuno.
Ma "chi se ne importa"  di quello che io penso o non penso di dio.
E' che, davvero esistesse, forse se ne starebbe nello spazio siderale anche lui e magari potrei incontrarlo;
aggiungiamo che mi capitano delle cose che mi fanno pensare e pensare
... e pensare per se stessi è brutto oltre che malsano:
a pensare per se stessi e basta nascono le paranoie, ve lo dico, fidatevi.
Insomma: di paranoie ne ho già abbastanza, una divinaparanoia vorrei evitarla e quindi io scrivo
di dio.
Precisazione necessaria.
Io sono di tradizione cristiana-cattolica quindi di quel dio io parlo.
Un dio che genera
decide
predestina
perdona
(solo se il pentimento è autentico e prima, magari, ti ha fatto vedere i sorci verdi)
e un sacco di altre facoltà che solo dio ha e per le quali tanti lo venerano e ci si affidano.
Affidarsi è bellissimo.
Quando l'affidamento è davverovero, tipo quel gioco che si faceva da piccoli "lasciati andare che io sono qui dietro di te e ti prendo... non guardare! ti giuro che ti prendo!", è fantastico.
Che bello affidarsi.
Affidarsi però può diventare anche tanto comodo.
Quando comodo non è confortevole, ma comodo perché non è difficile, semplifica.
Aiuto. Sto elucubrando, lo so.
Penso per me stessa e non ne usciamo.
Dico.
Affidarsi è da gran paraculi. E qui mi perdonerete.
Che la parola "dio" e quell'altra di cui sopra fanno un po' a cazzotti mi accorgo.
Scusate.
Scusa papà se leggi, anche tu mamma.
Scusate chi si sente offeso.
Ma insomma.
Lo dicevano pure gli illuministi e tanti dopo di loro.
Il libero arbitrio.
Nemmeno di libero arbitrio si tratta.
In questi giorni io penso un sacco agli uomini e alle donne di fede, quelli proprio di "buona volontà" , quelli che davvero ci credono che dio muova ogni loro passo, che dio vigili, che magari li metta pure un poco alla prova ma sempre con un occhio attento e di riguardo.
E mi accorgo che fanno di dio un alibi.
Diventa una scusa.
Demandano.
In tutto vedono la mano divina e credendo in chissà quale disegno imperscrutabile, tutto ammettono.
Ma soprattutto.
Di tutto si sentono legittimati.
Ecco l'inghippo vero.
Che dio diventa il grande lascia passare.
E contemporaneamente la scusa più grande.
Un oppio. Una benda spessaspessa sugli occhi.
Mi hanno insegnato, o forse questo è ciò che avevo capito con la mia testina di bambina, che dio scaccia la paura.
Che dio cura e recupera le anime perse.
A me pare invece che tante anime si perdano dietro a queste idee.
Quando la Vita si fa densa e camminarci in mezzo diventa un poco difficile, ecco dio.
E adesso basta.
Che divento noiosa.
Ma soprattutto mi arrabbio e mi intristisco.
Sono ancora lontana dallo scacciare la divinaparanoia.
Ma imparo.
Vero che si impara?
Ciao



2 commenti:

  1. <3
    e adoro la nuova veste grafica.
    mi rendi orgogliosa.

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  2. si risponde agli stimoli, Amica mia.
    e meno male che ce ne sono.
    <3

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