mercoledì 24 aprile 2013

ri-conoscere

La teoria del ri-conoscere
comincia a prendere forma consapevole più o meno ad agosto dell'anno scorso.
Serata giusta probabilmente.
Si deve dire che l'inquietudine c'é da un poco.
La sensazione che qualcosa stia succedendo senza che davvero io riesca a capire cosa.
La netta impressione che un movimento emotivo sia cominciato, ma i contorni e la dimensione reale mi rimangano estranei.
Poco lusinghiero da ammettere.
E' in programma una cena quella sera li.
Tante persone quindi.
Buon cibo.
Bella compagnia.
Vino.
Birra.
E vino.
E birra.
E probabilmente ancora vino e ancora birra.
E poi lei.
La musa.
Quella che rende la mia teoria esplicita.
Quella che porta l'intuizione del riconoscere fuori dalla dimensione puramente...
come si dice...
ri-conoscere c'è già
solo è chiuso in una supposizione.
Ma nemmeno.
Proprio manca dell'essere reso evidente.
Manca di diventare consapevole.
C'è.
E lo sento.
Ma non lo so dire.
E lei.
Mi regala le parole.
La teoria del ri-conoscere è tutta qui.
Immaginatevi i fatti
e nel caso in cui foste dei ri-conoscitori, tutto vi sarà chiaro.
(... santocielo, che frase da guru. diversa non mi veniva.)
La cena è più o meno cominciata.
Tutti arrivano alla spicciolata.
Conosco ogni invitato.
Lei no.
E quando arriva, io corro a fare gli onori di casa.
Sono, vorrei essere (forse anche no) una "personaperbene"; ma questa cosa ve la dico un'altra volta.
Insomma.
Io la guardo.
Ed ecco.
La ri-conosco.
Senza conoscerla.
La ri-conosco.
Ed è un'emozione fortissima.
Al di là dell'empatia.
Al di là degli interessi che possono accomunare.
Io l'ho guardata e l'ho riconosciuta.
Perché non sono solo minchiate.
Ops! Vabbeh.
Tutte quelle teorie sul guardare, sull'incontrarsi, sulle corrispondenze che si rendono evidenti senza che le si cerchi.
E non è romanticismo.
Per dire.
Non credo all'anima gemella.
Ho una teoria tutta personale anche al riguardo.
E chi ne è messo al corrente dice che raramente ha sentito qualcosa di più egoista... ma è un'altra questione ancora.
Esistono le affinità emotive.
Esistono le energie.
Le sinergie.
Ma soprattutto esiste la storia che ciascuno di noi si porta addosso.
E' inutile dire di no.
Certe storie, danno spessore e densità differente.
E queste cose si vedono.
Addirittura si annusano.
Tutta la mia comprensione qual'ora mi consideriate pazza.
Può proprio darsi che lo sia.
Ma la storia che ciascuno di noi ha
colora gli occhi
e da loro profondità differenti.
Determina la maniera in cui una persona vive lo spazio attorno a sé.
Tutte cose che il ri-conoscitore doc (mettiamoci l'ironia, che se mi prendo troppo sul serio... altro che divinaparanoia!) coglie.
La cosa grandiosa è che ri-conosciuto una volta, non si smette.
E non è sempre bello.
Non è sempre facile.
Perché ri-conoscere ti chiede prima di tutto di aprire gli occhi su te stesso.
Quando ri-conosci inevitabilmente ti chiedi perché.
Cosa.
Cos'è che ti rende tanto evidente, tanto presente, qualcun altro.
E, qui divento melodrammatica a tratti tragicomica, ri-conoscere solitamente, prende strade dolorose.
...
molto bene!
che bel sole oggi, eh?






2 commenti:

  1. credo che ri-conoscere voglia dire conoscere.
    cioè.
    ho già vissuto.
    presuppone una vita. ecco
    che poi porti gioia e sofferenza, poco importa. davvero.
    non importa nulla.
    restare immobili e guardare. ecco. quello che succede.
    che la cosa vera è la consapevolezza. sapere che riconosco e mi meraviglio.
    la vita e il cambiamento esiste solo da me. e mi commuovo se esiste fuori di me.

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  2. leggo.
    rileggo.
    rileggo.
    e di nuovo.
    è vero.
    ti riconosco c.
    e mi meraviglio.
    e anche mi commuovo.
    e provo a non rimanere immobile.

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