domenica 12 maggio 2013

quante c.


Quante c. nella mia vita.
Importanti.
C'è la c. dove c. sta per mia sorella.
C'è la c. dove c. sta per l'amicabiondaquotidiana
quella che il sabato e la domenica 
per quanto siano belli
dici
domani è lunedì e io bevo il caffè , mentre la c. beve il the, dopo che una delle due ha aspettato l'altra fuori dal cancello della scuola.
Sembrano riti frivoli:
in realtà son certezze calde che fanno tanto bene.
E poi c'è la c. dove c. sta per "sagadero".
Allora.
Mi rendo conto della complessità della questione.
Presentare una persona con un neologismo dall'oscuro significato ai più, non è cosa facile.
Ma se chiunque mi dicesse
"chiudi gli occhi e pensa alla c." (quella in questione tra le tre)
nella mia testa apparirebbe 
a caratteri cubitali e lampeggianti
un po' come le insegne fuori dai kebabbari,
"sagadero".
La c. è
l'amica del primo giorno di università,
quella che vedendomi entrare in aula con le mie calzette rosa, la borsa di hello kitty,
bionda 
e la maglia di fiorucci, quella degli angioletti,
sentenzia
"ma questa? mica penserà di laurearsi?"
e infatti no
cioè
non che mi sia iscritta con questo preciso intento, ma è quello che poi è accaduto.
La c. non ha avuto di me una considerazione lusinghiera fino al giorno in cui
mi vede passare per i corridoi dell'università con lo spazzolino da denti in una mano 
e il dentifricio nell'altra
e mi dice
"mi piace".
Da lì la c.
Se penso alla c.
se penso a cosa è la c. per me
mi vengono in mente un sacco di cose che si mescolano in un disordine piacevole.
La c.
è una tra le persone più pratiche che io abbia mai conosciuto.
Tra la c. e la concretezza non so chi abbia più voce in capitolo.
La c. però ha un'Anima creativa.
La c. è generosa di quella generosità che ti rende grata per sempre.
La c. è assolutamente politicamente non corretta
eppure è una delle persone meglio educate che conosca.
La c. 
e so che non me ne vorrà
vive con il vaffanculo in bocca
e quando le circostanze proprio le impediscono di esprimerlo
le batte in testa,
eppure è capace di slanci di accoglienza e di dolcezza e di verità,
che valgono il doppio di quelli di chiunque altro.
La c. è l'esagerazione
e il paradosso
quando esagerazione e paradosso possono starci;
è rigore e "nonfareminchiate" quando la vita lo richiede.
La c. ha una casa che è un museo di arte moderna.
La c. ha un lover che la chiama mivida.
La c. mi ha portato il panino con la soppressa in ospedale quando ho partorito il mio primo figlio
e ha giocato con me e il naso di questo piccolo nano inconsapevole, come si faceva con l'allegro chirurgo.
La c. mi ha aiutato a studiare quando la pancia cresceva e la motivazione calava.
Non è bastato c., ma è servito.
La c. è partita per Salamanca che io credevo che sarebbe andata via per sempre
e invece c'è ancora.
La c. sono le telefonate 
"metti il the che arrivo"
e che significano
non parliamo di niente che ne ho i coglioni pieni 
solo giochiamo all'allegro chirurgo con il naso tuo bambino.
La c., ci vogliono sei post almeno.
La c. oggi compie gli anni.
E allora tanti auguri c.
Sagadero a te.

ps: nessun bambino, tanto meno il mio, è stato maltrattato per la stesura di questo post.




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